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giovedì 12 novembre 2015

LA GUERRA DELLE TARIFFE E LA SARDEGNA.

Ritengo di dover dare uno spazio nel mio blog ad uno dei tanti avvenimenti storici che può servire a dare interpretazione degli sconvolgimenti che scelte politiche di tipo centralistico, quindi contro i principi di autogoverno e autodeterminazione che ritengo basilari per la nazione sarda, possono contribuire ad innescare talvolta producendo risultati drammatici. Mi riferisco in questo caso alla guerra delle tariffe con la Francia.
Non sono uno storico e non mi avventuro in valutazioni ed interpretazioni personali che potrebbero falsare la cronaca, mi limito a condividere con voi un documento trovato in rete, di cui riporto il dettaglio in questo post ma che allego integralmente nel link in fondo. Buona lettura.



Un avvenimento cruciale è la guerra doganale scatenatasi negli ultimi decenni del XIX secolo tra Francia e Italia. L'ambizione di quest'ultima nel darsi un profilo di potenza nel settore siderurgico al pari delle nazioni più sviluppate d'Europa, convinse le sue classi dirigenti a promuovere e proteggere la nascente industria pesante, allora quasi totalmente localizzata nella parte settentrionale della penisola. L'applicazione di forti tariffe nei confronti dei prodotti dell'industria francese, con l'obiettivo di limitarne l'importazione e piegarne la concorrenza, portò il governo francese a rivalersi, con analoghi provvedimenti, sulla produzione agricola italiana, principalmente proveniente dal Meridione, che vide crollare nel giro di pochi anni le esportazioni al di là delle Alpi del 70%. La Sardegna aveva da secoli un rapporto privilegiato con la Francia, con il Midì francese e in particolar modo con Marsiglia, approdo naturale del commercio sardo. Oltre ai tradizionali prodotti agricoli come grano, vino e olio, la parte settentrionale dell'isola aveva stabilito un lucroso traffico, specializzandosi nell’esportazione del bestiame vivo, in particolare quello bovino, che salpava alla volta dei porti mediterranei francesi da Porto Torres. Il ricavo degli allevatori della Provincia di Sassari passò dai 55 milioni del 1883 alle appena 408.000 lire di dieci anni dopo. Gli effetti più immediati furono il crollo del sistema creditizio, una forte emigrazione verso le Americhe e una recrudescenza del banditismo, che si mostrò come fenomeno di larga scala negli anni successivi (Del Piano et al. 1974, 240-287). 
(La guerra come strumento di emancipazione di un popolo. Il caso del sardismo. A cura di Antonello Nasone. Pag. 74).

domenica 1 novembre 2015

Storia sarda nella scuola italiana.

Sono profondamente convinto che la conoscenza e la divulgazione della storia della Sardegna, siano elementi fondamentali del percorso del nostro popolo. Dovrebbe essere permesso a tutti sapere esattamente da dove veniamo, quale ruolo ha avuto la nostra isola durante gli avvenimenti storici più importanti che si sono successi nell'area mediterranea e soprattutto essere consapevoli dell'esistenza di momenti in cui i sardi son stati i protagonisti della determinazione della loro storia, come il periodo nuragico e quello giudicale, "Storia di sardi, in cui la Sardegna, del tutto indipendente potè esprimere se stessa" come ci racconta Raimondo Carta Raspi nel suo libro "Storia della Sardegna". Questo ci permetterebbe di accrescere la nostra consapevolezza di sardi nel mondo e ci aiuterebbe nella costruzione del nostro futuro. Lo studio o anche la semplice lettura della storia sarda, raccontata da fonti imparziali e anche da punti di vista locali, permette inoltre di rivedere le vicende finalmente spogliate dalle necessità centraliste del processo unitario italiano, prima, e del periodo fascista poi, che hanno marginalizzato la nostra cultura e la nostra lingua millenaria. Per questo, tempo fa ho deciso di parlare agli insegnanti di mio figlio dell'iniziativa portata avanti dal gruppo "Storia sarda nella scuola italiana", con la speranza che anche loro se ne innamorino e adesso di conoscerli meglio con questa breve intervista ad Isabella Tore, insegnante che collabora in maniera determinante al progetto. Grazie a voi per quel che fate per i nostri figli, figli di Sardegna.

1) Come è nato il vostro progetto e in cosa consiste?
L’idea nasce dalla necessità di colmare un vuoto circa la storia sarda, assente nei testi scolastici in uso. Riteniamo sia inammissibile che i bambini sardi non conoscano la loro storia la quale, finora, è stata affrontata solo da chi, volontariamente e con grande motivazione, si è dovuto prodigare a preparare i materiali, adattandoli ai propri alunni, con evidente e notevole impiego di energie e di tempo. Per questo si è pensato di elaborare del materiale da mettere a disposizione di tutti gli insegnanti: contenuti rispettosi della cronologia di riferimento per ogni classe e riferibili allo stile editoriale corrente; il formato digitale (PDF) scaricabile gratuitamente vuole favorirne l’uso e la diffusione. Finora abbiamo prodotto i PDF per la terza, quarta e quinta classe della scuola primaria e per la prima classe della scuola secondaria di I grado; il PDF per la terza primaria è disponibile anche in LSC (limba sarda comuna). Il sito da cui scaricare il materiale è: www.lastoriasarda.com
. E’ disponibile anche una app per smartphone e tablet. Siamo anche su Facebook: Storia sarda nella scuola italiana e su Youtube. 

2) Che tipo di risposta state avendo dagli insegnanti?
Gli insegnanti rispondono sempre con entusiasmo forse perché la proposta risponde ad un loro bisogno; disporre di uno strumento completo e congruo, infatti, permette di arricchire il curricolo di storia, rendendolo più significativo e coinvolgente, e di svolgere un lavoro sistematico e completo. Solitamente incontriamo gli insegnanti nelle scuole, presentiamo loro i pdf e mostriamo anche delle unità didattiche già pronte (anch’esse disponibili sul sito) realizzate con i software autore delle LIM. Riteniamo che questa sia la modalità migliore per raggiungere i nostri destinatari, gli insegnanti, e per presentare loro i nostri materiali. L’auspicio è che sempre più insegnanti decidano di utilizzare i PDF affinché sempre più bambini e ragazzi conoscano e comprendano la loro storia.

3) Da chi è costituito il vostro gruppo di lavoro?
Il gruppo è composto da varie professionalità che collaborano e contribuiscono, ciascuno secondo le proprie competenze, alla realizzazione dei PDF:
Maurizio Onnis, autore di testi per le scuole secondarie di I e II grado e consulente editoriale; Annarosa Corda, autrice ed esperta di archeologia, insegnante presso il liceo Lussu di San Gavino Monreale; Alessandra Garau, coordinatore progettuale, guida e operatore didattico nell'ambito della gestione di aree archeologiche in Ogliastra; Maurizio Casu, docente di scuola sec. superiore, tecnico dei servizi educativi presso musei ed aree archeologiche, autore di testi di storia e tradizioni della Sardegna; Isabella Tore, docente di scuola primaria; Manuela Ennas, operatore culturale e studiosa di lingua sarda; Omar Onnis, storico, saggista, blogger, studioso di lingua sarda, con esperienza nella progettazione e realizzazione di attività educative; Simone Mereu, docente di Storia dell'Arte nella scuola sec. di II grado, autore di saggi sulla storia dell'arte in Sardegna, curatore di mostre ed eventi culturali; Andrea Ledda, ingegnere informatico in Tiscali dal 2009, amministratore sito web.

4) Come si può fare per aiutarvi o se esiste una modalità di adesione, cosa deve fare un insegnante o un istituto interessato?
Ci piacerebbe creare una rete attiva di insegnanti che utilizza e condivide i materiali, che si confronta e contribuisce a migliorare le proposte contenutistiche. Per questo invitiamo sempre gli insegnanti a condividere le proprie esperienze e proposte nello spazio dedicato nel sito che ricordiamo: www.lastoriasarda.com
.Siamo disponibili ad incontrare gli insegnanti ovunque, è possibile contattarci tramite la mail: lastoriasarda@gmail.com
Il progetto ha bisogno di diffusione, deve essere portato a conoscenza di tutti gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado: qualsiasi azione finalizzata a tale scopo e portata avanti da singoli o da istituzioni o associazioni, contribuirà a far crescere il progetto.