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giovedì 20 dicembre 2012

sabato 1 dicembre 2012

LA REALTA' E' SEMPRE PIU' DRAMMATICA.

Il 2012 dovrebbe essere l'anno che sancisce la fine del mondo secondo il calendario Maya. Basta digitare la data 21 dicembre 2012 su Google per capire a cosa mi riferisco. Io in realtà penso che ci troviamo già oltre il limite estremo oltre cui uno "Stato" si possa spingere per continuare ad essere ritenuto tale. Penso anche che si sia superata da tanto, quella soglia di decenza che continui a garantire il rapporto fiduciario, proprio tra i cittadini e l'istituzione statale, la stessa soglia che garantisce l'integrità del sistema. La difficoltà nel garantire i servizi essenziali, come la sanità, l'agonia in cui sta morendo la pubblica istruzione, la precarizzazione della vita e non solo del lavoro, sono alcuni elementi del film che ci propone la televisione. I dati che parlano di 4000 suicidi in Italia, con una percentuale maggiore di incidenza nelle età in cui gli individui lavorano o dovrebbero lavorare, rappresentano l'ulteriore drammaticità in cui affonda la nostra società. Secondo gli studi che sono stati fatti è direttamente associabile al suicidio come causa anche la perdita del lavoro o la semplice difficoltà a trovarlo. La crisi è quindi decisamente più aspra e tagliente di quanto i media e la politica vogliano far credere, nascondendo ed occultando il medioevo in cui il nostro paese sta sprofondando. Incontrare, in una sera piovosa della settimana, un gruppo di commercianti ed artigiani disperati, inferociti, indebitati, ma soprattutto con gli occhi spauriti di chi cerca delle soluzioni o una via d'uscita ad un confronto che ormai da tempo è fatto di soprusi nei confronti dei più deboli e favori nei confronti di chi inquina, evade, ruba e insulta le istituzioni, apre un ulteriore spaccato delle verità nascoste. Incontrare questi uomini e vedere tuo padre o tua madre nei loro occhi ti fa riflettere. Pensare tua madre o tuo padre che deve immaginare di occupare un ufficio pubblico o deve solo sfiorare l'idea di poter diventare violento o terrorista, semplicemente per fare in modo di fermare la schizofrenia che ci ha consegnato il paese delle cose e non delle persone, solo per essere ascoltati. "Ehi, dirigente di Equitalia, guarda che ho due figli e davvero non riesco a dargli da mangiare". Siamo già da tempo arrivati al nostro 21 dicembre 2012, siamo da tempo in piena guerra con lo Stato, abbiamo varcato la soglia del cosiddetto "cane mangia cane", lo scontro delle civiltà, una guerra tra poveri per cercare di distruggere un sistema controllato dai ricchi. Quello che mi ha colpito e quello che mi porta a pensare che lo Stato non esiste più è proprio la gente. Ormai siamo diversi. Il mirabolante Monti che ci doveva salvare, ci sta ulteriormente trasformando in pezzenti, dopo un ventennio di berlusconismo e di sinistra salva-Berlusconi. Giovani senza dignità, senza lavoro, senza conoscenza che scappano da un "non-Stato", che distrugge tutto per tenere in piedi uno scheletro. In questa condizione drammatica scrivo queste poche righe come attestato di solidarietà a tutti i cittadini che combattono per la loro causa di sopravvivenza contro lo Stato, che esige crediti inesistenti, li strozzina e si dimentica dei grandi evasori e dei partiti. Ma voglio esprimere anche il vuoto che mi procura la tragedia silente, che si consuma nelle case di chi non riesce a trovare la giusta forza per reagire e decide di togliersi la vita. Potrebbero essere nostri amici, nostri parenti, ma anche sconosciuti, che differenza fa. Siamo tutti accomunati dal fatto di essere cittadini di questa Italia che stanno cercando di affondare definitivamente e di sottrarci. Forse è questo il momento di dimostrare cosa significa vivere in una società. Stare vicini, cooperare, aiutarsi. Parlare con chi si affrange, si dispera e vuole farla finita. Forse il messaggio dei Maya per la fine del mondo, rappresenta una prova così difficile? La prova di riconoscere il significato stesso di "essere umano". Tendiamo la mano a chi sta affianco a noi, magari domani mattina salveremo un uomo dal suo dramma solitario.