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giovedì 5 settembre 2013

SUL PIANO DI SVILUPPO AEROPORTUALE (PSA) AL MAMELI DI ELMAS.

Veduta aerea dello scalo di Cagliari/Elmas
Massimo Cellino e Valter Piscedda
Vito Riggio, commissario Enac

Talvolta seguire intricate vicende attraverso pochi articoli sulla carta stampata o qualche servizio al telegiornale, non ci consegna la reale chiave di lettura per una comprensione obiettiva. Anzi il più delle volte i fatti che ci “raccontano” i giornalisti creano confusione e ci impediscono di capire. Un po' per convenienza politica, un po' perchè gli spazi sono sempre troppo pochi per analizzare nel particolare documenti, delibere, opinioni e testimonianze. Questa introduzione non so se calzi a pennello per la vicenda del Piano di Sviluppo Aeroportuale (PSA) della SO.G.AER. per l'aeroporto Mario Mameli di Elmas. Per quanto mi riguarda, però, la giornata trascorsa nel comune masese, coi membri del comitato cittadino che si è costituito per scongiurare l'avanzare del sedime aeroportuale verso il loro paese, ha cambiato il mio approccio verso l'argomento, nonostante fossi comunque già contrario al Master Plan presentato dai gestori dello scalo. La loro apprensione per avere aerei in manovra a soli 200 metri dalle finestre di casa è diventata anche la mia. La loro preoccupazione per gli ulteriori squilibri ambientali, in un territorio già penalizzato dagli scarichi degli aerei, dalla presenza di un inceneritore per rifiuti speciali, dalla vicinanza della statale 130 e della ferrovia, è diventata anche la mia preoccupazione. Il fatto ,poi, che alla maggior parte dei cittadini sardi, il potenziamento dello scalo di Elmas non possa che far piacere, complica l'azione del comitato soprattutto al di fuori del loro paese. L'opinione che mi son fatto è che il progetto possa essere ricondotto ad una misura di maggiore sostenibilità, sia economica che ambientale. La conferma di questo viene direttamente dalle parole del commissario dell'Enac, Vito Riggio. Intervistato dall'Unione Sarda il 9 maggio 2013 dice:”L'aeroporto di Cagliari è sovradimensionato rispetto alle attuali esigenze”. Incalzato dal giornalista sul fatto che lo stesso scalo fosse interessato da un ampliamento, nei terreni già di proprietà del Cagliari Calcio su cui sarebbe dovuto sorgere il nuovo stadio di Santa Caterina, il commissario replica:”Per questioni di sicurezza lo stadio non potrà mai sorgere su quei terreni”. La zona interessata è quella appunto di Santa Caterina (15 ettari circa), una zona che sia l'Unione europea (zona SIC), sia la Regione Sardegna hanno ritenuto meritevole di vincoli di assoluta inedificabilità, per motivi naturalistici e per motivi archeologici. In questo contesto il gestore aeroportuale vorrebbe effettuare una colata di cemento in grande stile, per realizzare piazzali di parcheggio ampi 6,5 ettari. Questo in attesa del potenziale flusso turistico d'elite, generato dagli eventuali investimenti mattonari provenienti dal Quatar e diretti nel sud-ovest della Sardegna. Nonostante l'ex aeroporto militare, circa 200 ettari di estensione, sia già nella disponibilità di Enac e quindi di SO.G.AER dal 2009, anno in cui il Ministero della Difesa e quello dei Trasporti siglarono l'accordo tecnico che sancì il passaggio dai militari ai civili. Le dimensioni del sedime aeroportuale arriverrebbero a 284 ettari, superando quello napoletano che sopporta traffici decisamente superiori. Perchè non usare questi spazi? Nessuna motivazione ufficiale è stata fornita su questo punto. Nonostante la stessa SO.G.AER abbia già usufruito nel periodo transitorio dei piazzali militari, adeguandoli al traffico civile. Ma la sua forza l'Enac la mostra a ottobre del 2011 con una delibera del suo consiglio d'amministrazione, incrementando la fascia di sicurezza dalla pista di atterraggio, da 500 metri ad 1 km. In questo modo rende i progetti del comune di Elmas e del Cagliari Calcio inattuabili per pericoli legati al volo degli aerei. Ma non solo. Con una semplice delibera di CdA, assoggetta ai cosiddetti “Piani di rischio” circa 40.000 ettari in tutta Italia, corrispondenti a 400.000 metri quadrati di territorio nei pressi degli aeroporti, senza richiedere nessun parere agli uffici preposti al controllo di atti riguardanti importanti programmazioni come quella in questione. Al solo comune di Elmas vengono "sottratti" ulteriori 200 ettari. Una parte di questi sono i famosi 15 ettari di Santa Caterina. Il senso della delibera non è di difficile comprensione. Col PSA di SO.G.AER. i terreni in questione rientrerebbero nel sedime dell'aeroporto. Se, fuori dal sedime aeroportuale, per questioni di sicurezza stadio e residenze non potrebbero sorgere, negli stessi terreni, ma all'interno del sedime, i problemi non sussisterebbero. Cosa significa? I vincoli valgono per i comuni ma non per le società di gestione, che sarebbero libere di edificare alberghi e centri commerciali, sorvolando su leggi, piani urbanistici, piano paesaggistico e tutta la burocrazia a cui sono soggetti i comuni mortali. Lo stesso Riggio conferma questa ipotesi rispondendo ad un giornalista dell'Unione il 7 ottobre 2010: “Non ci sarebbe niente di strano, in tutti gli scali d'Italia i ricavi si basano su hotel e parcheggi realizzati dalle società di gestione”. Questa è una realtà a Pescara, ad esempio, dove a meno di 500 metri dalla pista ci sono ben 4 centri commerciali frequentati da migliaia di persone, ma l'Enac non si preoccupa che possa caderli un velivolo addosso. Circostanza che invece preoccupa l'ente per i tifosi del Cagliari che sarebbero dovuti entrare nello stadio di Santa Caterina, tanto da bloccare la sua realizzazione, nonostante avesse già superato i pareri, forse troppo frettolosi, necessari per permetterne la costruzione. Sicurezza o convenienza? Lo stadio probabilmente non sorgerà mai. C'è anche la probabilità che Cellino abbia fatto la proposta semplicemente per far lievitare i prezzi dei terreni e trarne vantaggio in sede di esproprio. Il Tar del Lazio, nel ricorso presentato dalla SO.G.AER. contro la variante al Puc di Elmas, approvata dal consiglio comunale, proprio per permettere la realizzazione dello stadio, si esprimerà a febbraio 2014. Nel frattempo il gestore dello scalo ha ottenuto una piccola sospensiva su questioni marginali. Di fatto la variante è quindi valida. Il comune di Elmas sembra anche che sia riuscito ad allentare la tensione nei rapporti col Cagliari Calcio, la richiesta danni fatta a suo tempo dalla società per la mancata realizzazione della convenzione (circa 20 milioni di euro), è infatti decaduta ed è ripartita la collaborazione. Gli oneri maggiori sono sempre e comunque a carico dei cittadini, che in questo caso pagheranno gli espropri, attraverso le casse statali e subiranno le conseguenze di un'aeroporto sempre più vicino e sempre più grande, in barba a tutte le favole sulla sicurezza.
(Leggi-Al tar vince il comune di Elmas)
(Leggi-Cellino ricorre al Tar)
(Leggi-Ok al Piano di rischio, stadio più lontano)
(Leggi-La Procura indaga sullo stadio)

Di seguito un'intervista al sindaco di Elmas Valter Piscedda.
Valter Piscedda, sindaco di Elmas dal maggio del 2006.


In cosa consiste il progetto di espansione aeroportuale proposto da Sogaer e a quanto ammonta l'investimento?
Stando a quanto visionabile nel sito dell’Enac, si tratta di un investimento di circa 20 milioni di euro, diluiti nel tempo, che prevedono innanzitutto la realizzazione nel brevissimo periodo di un parcheggio per aeromobili cosiddetti di aviazione generale, ovvero aerei privati, quelli dei vip, diversi da quelli di aviazione commerciale ai quali noi siamo abituati.
Questo parcheggio dovrebbe occupare circa 15 ettari per realizzare circa 30 stalli.
In seguito poi sono previsti riposizionamenti di uffici ed attività varie, con la realizzazione anche di nuove strutture, tra cui hangar, officine, distributori di carburante avio, per arrivare infine alla realizzazione di nuovi parcheggi per aviazione commerciale.

I cittadini del suo comune come vivono questa situazione? E' nata qualche forma di sostegno o di rifiuto al progetto in questione?
Nessuna contrarietà di principio sul progetto di espansione dell’aeroporto, il problema è solo che non si vuole che esso si espanda in direzione del centro abitato del paese, tutto qui.
Per sostenere questa posizione è nato un comitato spontaneo di cittadini, al quale si aggiunge anche l’attività dei partiti politici e di diverse altre realtà, quali le associazioni dei consumatori.

I terreni in cui l'espansione dovrebbe avvenire hanno valore paesaggistico o archeologico? Quale è l'estensione del progetto? Quale sarebbe la distanza effettiva dei confini aeroportuali dalle prime case?
Stiamo parlando di circa 15 ettari di territorio pregiato, di grande valenza archeologica e paesaggistica. Per capirci siamo a ridosso di un’area Sic, quella lagunare, protetta anche dal trattato di Ramsar. Sono presenti specie di avifauna assolutamente rare, che vanno salvaguardate e protette.
L’area ha anche rilevanza archeologica e architettonica, e per questo infatti è stata oggetto di copianificazione in Regione con il ministero per i beni culturali.
Questa espansione avvicinerebbe di ulteriori 200 metri l’aeroporto al paese, ma ciò che è più grave è che avremo i parcheggi degli aerei a 100 metri di distanza dalla chiesetta di Santa Caterina, bene archeologico protetto.

Nella contesa tra Enac e Cagliari Calcio, la prima, per fare in modo di bloccare la potenziale costruzione dello stadio da parte della società di Massimo Cellino, ha raddoppiato da 500 a 1000 metri la lunghezza della fascia di sicurezza aerea. Cosa comporta questo per il territorio del comune di Elmas e per i suoi cittadini?
Che praticamente mezzo paese è stato messo sotto tutela dall’Enac, una cosa assurda.
Dovremo chiedere il permesso all’Enac anche per mettere un semplice pannello fotovoltaico.

Quale è l'alternativa, se esiste, proposta dalla vostra amministrazione in rappresentanza dei diritti dei cittadini masesi?
Diciamo innanzitutto che l’onere di studiare le alternative, spetta per legge a chi presenta i piani di espansione, quindi in questo caso all’Enac ed alla Sogaer, ma giusto per non essere fiscali, noi pensiamo che una valida alternativa sarebbe quella di espandersi verso l’ormai ex aeroporto militare, esteso circa 160 ettari.

Le procedure amministrative che riguardano gli espropri hanno comportato il trasloco di qualche abitante? A che punto sono? E la procedura di V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) richiesta dalla Regione è stata effettivamente superata?
Gli unici cittadini che hanno subito un danno immediato sono le 5 famiglie di lavoratori dell’Enac di stanza all’aerporto, che paradossalmente sono stati puniti dalla loro stessa azienda. Sono stati tutti già fatti sloggiare. Io avevo proposto una delocalizzazione, dichiarando la disponibilità del Comune ad incentivarla, ma la Sogaer e l’Enac se ne sono praticamente fregati.
Per quanto riguarda le procedure obbligatorie previste dalla legge, l’Enac ha di recente ottenuto l’approvazione da parte del ministero dell’ambiente della valutazione di impatto ambientale, anche se non sono ancora in possesso del decreto. Il passo successivo è la cosiddetta valutazione di compatibilità urbanistica, che appunto è stata appena attivata.

Come vede la recente costituzione di un'apposita authority a livello parlamentare che si occupa dei problemi dei comuni aeroportuali come Elmas? In che modo potrà influire?
Io spero che pian piano possa mettere fine allo strapotere dell’Enac nei confronti delle autonomie locali, e ridare a queste ultime il diritto costituzionalmente garantito di governare i propri processi di crescita e di sviluppo.
L’authority sui trasporti sarà il nostro nuovo interlocutore in questa difficile battaglia, e stiamo predisponendo un apposito dossier che riassuma tutta la querelle.
E anche l’Ancai, l’associazione nazionale dei comuni aeroportuali, di cui io sono vicepresidente nazionale, stà continuando ad operare nella stessa nostra direzione, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche ed in particolare per l’Anci.

I contrasti tra Sogaer e comune di Elmas nell'ambito dell'espansione dell'aeroporto, quanto hanno influito nel mancato rinnovo della convenzione per la gestione dei parcheggi che potrebbe costare diverse buste paga masesi, così come prospettato di recente dall'Unione Sarda?
Ufficialmente tra le due cose non c’è nessun nesso, ma tutti pensiamo che si tratti di un dispettuccio di bassa lega fatto dalla Sogaer nei nostri confronti.
Peccato che a subire questo dispetto non sia ne io ne la mia Amministrazione, ma le otto famiglie degli ausiliari della sosta aeroportuale che rimarranno senza lavoro.
Se non fosse per la professionalità di questi operatori, che affiancano i nostri vigili urbani, l’aeroporto sarebbe una giungla senza regole, e ne sono consapevolissimi sia la Sogaer che l’Enac.
Spero che facciano prevalere la ragione sull’emotività.

Quale sarà la futura mossa della sua Giunta in quest'ambito?
Ripeto che non si tratta di dipendenti comunali ma di dipendenti di una ditta privata, quindi ciò che possiamo fare noi è solo perorarne la causa e spingere la Sogaer e l’Enac a valutare i risvolti occupazionali e sociali del perseguimento della volontà di non rinnovare quella convenzione.
Abbiamo già scritto due lettere in questa direzione, siamo ora in attesa di ricevere le risposte che ci attendiamo.


Foto 1.
Zone di tutela.
Foto.2
Foto aerea. Abitato di Elmas sulla sinistra, al centro la zona di Santa Caterina col complesso archeologico, in basso il sedime aeroportuale e sulla destra le ex ferriere.

Foto. 3
Massimo Cellino e Valter Piscedda.

Foto. 3
Progetto stadio Santa Caterina.
Foto. 4
Vito Riggio, commissario Enac.





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