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venerdì 19 dicembre 2014

RIFLESSIONI SULLE STATUE DI MONT'E PRAMA NELL'ATTUALE SOCIETA' SARDA.

Pubblico con molto piacere le acute riflessioni, apparse anche ne L'Unione Sarda del 18 dicembre 2014, dell'amico Antonello Greco sui cosiddetti "Giganti di Monte'e Prama". Lo faccio prima di tutto perchè reputo il dott. Greco persona e tecnico meritevole di stima assoluta. Il suo grande impegno in campo archeologico a favore della nostra comunità non ha forse goduto, fino ad oggi, dello spazio e dell'attenzione che merita. Lo faccio, poi, perchè mi trovo d'accordo con le sue stesse riflessioni. L'onnipresenza dei Quattro Mori in ogni contesto in cui i sardi sono presenti, significa, che con la giusta guida e coordinamento politico, ma non solo, i beni identitari sardi, possono tranquillamente diventare veicolo di promozione e ricchezza, sia culturale che economica, per la nostra nazione, la Sardegna.

Domenica 7 dicembre scorso, valorizzando le “Domeniche al museo” promosse dal Mibact ho potuto per la prima volta osservare le statue di Mont’e Prama nell’attuale, suggestiva, esposizione al Museo archeologico di Cagliari: aveva, finora, ritardato la mia visita una certa personale idiosincrasia per l’abusata definizione di “giganti”, che trovo volutamente “mediatica” e capziosa (basti pensare, dalla tradizionale denominazione di “tombe di giganti” quali e quante fioriture recenti in tema di “isola di giganti”…), tra l’altro neanche corrispondente al vero su un piano dimensionale... Vorrei, invece, soffermarmi su una dimensione sociologica di piena attualità. Domenica sera, una fredda sera di dicembre, il Museo era piacevolmente pieno (certo, era gratis, ma rappresenta in ogni caso un successo, una evidente volontà di conoscenza): la curiosità, l’attenzione, l’interesse, “l’affetto” per gli eroi di pietra erano assolutamente tangibili, inter-generazionali e inter-sociali. Ciò significa dunque che l’approccio mediatico – perseguito anche attraverso la denominazione di “giganti” – ha colto nel segno; e in questo L’Unione sarda con la qualità e la quantità del battage sull’argomento ha senza dubbio un enorme merito. Però, a mio avviso, c’è di più. Si percepisce la volontà, e l’esigenza, diffusa della gente sarda di riconoscersi in un simbolo concreto del proprio passato, ovvero una dimensione identitaria, senza necessariamente prendere la deriva autonomista, indipendentista, sovranista, nazionalitaria o quant’altro (per tacere del presunto “complottismo” circa l’occultamento dei reperti…). Insomma un nuovo-antico simbolo che si associ immediatamente agli amati quattro mori nel connotarci in quanto Sardi e che possa e debba essere valorizzato a tutti i livelli, ovviamente anche istituzionali, nella promozione dell’immagine dell’Isola (possibilmente senza arrivare agli eccessi calabresi dei Bronzi di Riace “animati” in un noto spot pubblicitario di qualche tempo fa…). E in proposito mi sorge un quesito di tipo storico: essendo le statue eroiche di Mont’e Prama un prodotto della civiltà nuragica, ed essendo indubitabilmente la Sardegna l’unica terra che ha espresso la civiltà nuragica in quanto tale, nonostante l’incredibile apporto socio-culturale di Giovanni Lilliu con le sue battaglie sostenute in Consiglio Regionale, le generazioni di politici che si sono avvicendati negli oltre sessant’anni della Regione Autonoma della Sardegna quanto hanno capito, sostenuto e promosso le potenzialità del binomio Sardegna-civiltà delle torri? La mia “datata” esperienza Erasmus a Barcellona mi porta a pensare che con un simile patrimonio i Catalani ne avrebbero fatto un simbolo identitario pressoché onnipresente e degnamente “monetizzato”…

Antonello Greco, insegnante e archeologo – Sestu

giovedì 4 dicembre 2014

RIFIUTI E CONFUSIONE.

Nel 2013 il comune di Sestu ha concluso la procedura di appalto del servizio di igiene urbana e ambientale. Un pacchetto multimilionario della durata di 7 anni, affidato al Consorzio Nazionale Servizi con sede a Bologna e gestito a Sestu attraverso la società Formula Ambiente. Con questo affidamento l'amministrazione ha chiarito che tutto sarebbe stato gestito in maniera idonea, trasparente ed efficiente. In linea di massima io mi sento di esprimere un parere positivo sul lavoro del comune di Sestu. L'assessorato sta mettendo in campo diverse iniziative di sensibilizzazione su tematiche ambientali, l'ecocentro funziona in maniera più che sufficiente a parte qualche intoppo più o meno grave e le percentuali di materie recuperate con la differenziata sono aumentate e quindi anche gli introiti a favore delle casse comunali. L'aria che si respira è però aria di confusione, sia sul web che per le strade. Le persone non sono contente e quando possono cercano scappatoie per conferire quello che non viene ritirato o quello che non si riesce a differenziare. La soluzione che si preferisce seguire, da quello che si vede in giro, sembra essere l'abbandono in campagna, con aggravi di costi per i contribuenti sestesi. Anche il mese scorso la strada che porta all'ecocentro è stata ripulita perchè completamente invasa da discariche a cielo aperto. La stessa questione in altri comuni è oggi gestita anche con le telecamere. Sestu non è l'unica comunità con problemi di questo tipo e un pò ci rincuora. Anche l'opposizione politica, in questo caso rappresentata dai Riformatori, scalpita e trascina il suo elettorato in una petizione popolare contro le recenti modifiche sui conferimenti della carta, che non può più essere ritirata fuori dai bidoni (link comunicato comune di Sestu). Il servizio a parer mio funziona bene ma vorrei fare alcune osservazioni. Parto dal presupposto che nel nostro paese potrebbero potenzialmente arrivare nuovi residenti ogni giorno, quindi chi arriva e vuole contribuire in maniera egregia alla raccolta differenziata deve poter avere un quadro normativo chiaro, in modo che seguendo le regole sia sicuro che i bidoni gli vengano svuotati, i sacchi ritirati e non rischi sanzioni amministrative. Oggi a Sestu, per quanto ho potuto constatare e capire, nonostante il sito istituzionale sia molto limitato per le ricerche, esistono due diversi riferimenti normativi: il capitolato speciale d'appalto (vincolante in quanto parte integrante del contratto) e il regolamento di igiene urbana e ambientale. Ho, però, personalmente contattato l'ufficio servizi tecnologici e l'ecocentro, per entrambi il calendario rappresenta l'unica fonte di riferimento regolamentare. Faccio un paio di esempi specifici per comprendere la confusione che questo tipo di gestione crea.
L'Art. 23 del capitolato d'appalto tratta le modalità di raccolta di carta e cartone e dice quanto segue:
La raccolta della carta e del cartone prodotta dall'utenza domestica, destinati a recupero, sarà
effettuata con frequenza settimanale sulle 2 zone in cui è suddiviso il territorio comunale. La raccolta degli imballaggi in carta e cartone prodotte dall'utenza non domestiche sarà effettuata con frequenza quindicinale su tutto il territorio comunale. Le utenze non domestiche potranno conferire il materiale in cassonetti di loro proprietà e di varia volumetria. I rifiuti saranno conferiti da parte delle utenze per mezzo di mastelli o scatole di cartone, borse di carta e/o confezionati in pacchi legati con lo spago. I rifiuti saranno conferiti da parte delle utenze a bordo strada dopo le ore 22.00 del giorno antecedente la raccolta e prima delle ore 06.00 del giorno dedicato. La raccolta di carta e cartone verrà eseguita in giorni prestabiliti, con inizio alle ore 06.00 e sino ad ultimazione delle operazioni, comunque non oltre le ore 12.00 fatte salve cause di forza maggiore. Il servizio dovrà essere espletato a favore di tutti gli utenti presenti nella zona di raccolta. In presenza di rifiuti non conformi alle tipologie da raccogliere, la ditta appaltatrice non raccoglierà i rifiuti provvedendo all’immediata segnalazione all’Amministrazione Comunale e all’utenza interessata, applicando al contenitore o sacco apposito adesivo di non conformità. Dall’applicazione dell’avviso il rifiuto sarà considerato non conforme e la ditta provvederà a ritirarlo il giorno successivo come rifiuto indifferenziato. In caso di necessità di verifica del contenuto dei sacchi o cassonetti la ditta aggiudicataria metterà a disposizione un addetto ai servizi come previsto alla lettera c. art. 18 del presente Capitolato Speciale d’Appalto. Il servizio di raccolta della frazione in argomento dovrà essere assicurato anche in presenza di condizioni atmosferiche sfavorevoli. E’ fatto divieto alla ditta appaltatrice di fare sostare in luogo di pubblico transito e con continuità l’automezzo adibito alla raccolta/carico/trasporto, salvo posizioni predeterminate e diverse disposizioni concordate di volta in volta con l’Amministrazione Comunale. L’omessa raccolta di sacchi o vuotatura dei contenitori da parte della ditta appaltatrice comporta l’applicazione delle sanzioni previste all’art. 9 “Penalità” del presente Capitolato Speciale d’Appalto e il recupero nella stessa giornata o nella giornata immediatamente successiva.
Se analizzo il regolamento d'igiene urbana e ambientale scopro che è meno specifico ma comunque chiaro negli aspetti più importanti, dice che a Sestu è attiva la raccolta presso il domicilio, che il conferimento può avvenire con sacchi di materiale idoneo (compostabili per l'umido, di plastica per la plastica, di carta per la carta, ecc.) o in contenitori rigidi, applicando modalità e procedure che permettano di incrementare la resa del servizio e la riduzione dei costi di gestione. Secondo il regolamento il gestore deve verificare il tipo di conferimento e deve aiutare e collaborare con l'utente. Per l'umido specifica che i sacchetti devono essere esclusivamente compostabili rispondenti alla norma UNI EN 13432. Le quantità conferite devono essere compatibili con le esigenze di servizio, gli utenti devono poi depositare i rifiuti in sacchetti ben chiusi, o altri contenitori appropriati, nelle aree prospicienti l’abitazione o l’attività e in posizione facilmente raggiungibile dagli addetti alla raccolta. Il regolamento aggiunge che vanno rispettate le norme in esso contenute e le relative ordinanze in materia.
I due testi mi risulta siano riferimenti ufficiali ed operativi in tutti i punti. Nessuno dei due fa riferimento ad ordinanze particolari contenenti modifiche e non rimanda ad ulteriori regolamenti. Non contengono nemmeno divieti o prescrizioni sul colore o la dimensione dei bidoni. Sul conferimento della carta poi il capitolato è estremamente chiaro, aggiungendo in più punti che in caso di mancato ritiro, il giorno successivo si integrerà con un passaggio per il ritiro come rifiuto indifferenziato. Il regolamento è un documento precedente come stesura, rispetto al capitolato. Se io mi trasferisco oggi a Sestu e prendo come riferimento questi due documenti, pubblicati nel sito istituzionale del comune, in pochi casi riuscirò a farmi ritirare i rifiuti presso la mia abitazione.
Questo perchè il cosidetto eco-calendario 2014 introduce delle procedure diverse senza specificare che modificano le norme pre-esistenti. Viene aperto con una presentazione del nuovo servizio: nuovi mezzi anche elettrici, spazzamento in tutte le vie del paese, pulizia caditoie stradali e aree intorno al Rio Matzeu, nuovi bidoni, raccolta pannolini, distribuzione compostiere. Tra gli obiettivi aumentare la differenziata e ridurre il volume dei rifiuti per ridurre i costi.
Fra le nuove norme il calendario impone il conferimento solo nei contenitori e nelle buste in dotazione, non previsto nei documenti normativi.
Il secco verrà ritirato solo con le buste grigie, per l'umido si consente l'utilizzo di buste compostabili e biodegradabili (non sempre compatibili con il compost quindi probabilmente irregolari-leggi link), la plastica nelle buste celesti, il vetro sfuso nel bidone verde, le lattine sfuse nel bidone giallo, la carta all'interno del bidone in dotazione, ecc.
Queste procedure di fatto modificano le norme ufficiali. Quindi mi domando se è regolare operare in questo senso, anche se si fa per migliorare le percentuali di raccolta imposte dalla comunità europea, quindi per evitare sanzioni. Tra l'altro all'indomani dell'appalto si modificano alcune condizioni, che potrebbero portare a sollevare qualche pretesa da parte delle aziende che hanno perso. Io credo che quando si amministrano comunità di 20 mila abitanti, niente si debba lasciare al caso, neanche le banalità. Le inchieste in corso su appalti pregressi e i rinvii a giudizio di alcuni nostri amministratori ne sono la prova.
Preciso, per quanto ho compreso, che le norme molto specifiche non finiscono mai nei regolamenti, in quanto relative a modifiche contingenti e quindi fatte in corso d'opera. Sarebbe secondo me positivo se fosse introdotto un pò di buon senso da parte di chi effettua il servizio. Ad esempio se l'operatore si trova davanti una scatola asciutta in buone condizioni perchè non ritirarla comunque? Oppure perchè non ritirare l'umido che si trova anzichè nel bidone grande per l'esterno, nel bidone piccolo che va sotto il lavello? Se il rifiuto è davanti a casa mia e la quantità conferita è in regola non c'è motivo per dubitare che io sia in regola. A meno che non conferisca 20, 30 buste di umido tutte in una volta. C'è da aggiungere un particolare molto importante. In un comunicato stampa l'amministrazione dice che a Sestu è frequente il fenomeno degli abusivi, cioè quelle persone che riescono ad usufruire del servizio senza pagare. Anche per questo il vincolo specifico dei bidoni col microchip. Vorrei invitare l'assessore a verificare che all'ecocentro chiedano i documenti agli utenti al momento del conferimento, modalità prevista dalle norme, per garantire che chi conferisce sia solo ed esclusivamente residente a Sestu ed in regola con i pagamenti della tassa sui rifiuti. Questa procedura non mi pare sia rispettata. Sarebbe poi interessante vedere i risultati che ha prodotto il questionario sulla raccolta differenziata proposto ai cittadini dagli amministratori (leggi link).
Chiudo questo scritto con la richiesta che a breve termine venga elaborato un regolamento che dia indirizzi certi agli utenti e all'amministrazione, perchè è giusto che chi impone delle regole sia il primo a rispettarle, che le eventuali modifiche siano effettuate attraverso passaggi istituzionali tracciati, trasparenti e che integrino le norme di riferimento senza creare contrasti. I regolamenti pubblicati dovrebbero essere aggiornati in maniera puntuale con le modifiche. Questo per garantire certezza assoluta in caso di sanzione e in caso di proteste da parte degli utenti. Aggiungo che il buon senso come già detto,  non è una norma che può finire dentro i regolamenti, ma che garantisce in certi casi maggiore fluidità del servizio e meno malumori tra la gente. In ogni caso parlarne è sempre la via migliore per la risoluzione anche di piccoli problemi, come forse in questo caso. Buon lavoro a tutti.

sabato 15 novembre 2014

LA COMMISSIONE "imPARI" OPPORTUNITA'.

Stemma comune di Sestu.


"Stasera finalmente (11 novembre 2014-ndr) si è insediata la Commissione Pari Opportunità del comune di Sestu. Auguri di buon lavoro alla presidente Cristina Cristofoli, alla vice presidente Anna Rita Armani, a tutte/i i componenti. Un grazie particolare alle commissarie dell'opposizione, che con la loro presenza hanno garantito il numero legale e permesso così l'inizio delle attività della commissione. C'è molto da fare e anche se il tempo è poco si possono raggiungere buoni risultati che aprano la strada per le attività dei prossimi anni".
Con queste parole l'assessore alle politiche sociali Anna Crisponi condivide col popolo di Facebook, l'entusiasmo per la costituzione della commissione Pari Opportunità. I membri che la compongono sono: Lai Oreste; Armani Anna Rita; Secci Maria Paola; Piras Loretta; Argiolas Elena; Meloni Maria Fedela; Murtas Roberta; Cristofoli Cristina; Cau Alessandra; Liggi Susanna; Carta Letizia. L'ambito di lavoro di riferimento (che nel sito del comune non è riportato per nessuna delle commissioni consiliari permanenti), dovrebbe essere (immagino) quello delle cosiddette "politiche di genere" (condizione della donna nella società) e politiche volte alla tutela dei soggetti "minoritari", cioè potenzialmente in condizione di particolare debolezza nella società. L'organismo costituito è in realtà in una condizione naturale di imparità rispetto agli altri già esistenti, da questo il mio titolo. La giunta Pili è in carica ormai 10 anni. Mancano poco più di sei mesi alle elezioni amministrative del 2015. Quindi, di fatto, questa commissione nasce con 9 anni e sei mesi di possibilità in meno (in termini temporali), di poter esprimere la sua attività e sviluppare le tematiche di riferimento, rispetto alle altre. Se si voleva dare dimostrazione di particolare sensibilità in questo campo, non si è di certo scelta la strategia migliore. La mia opinione, come quella di altre donne che ho intervistato, è che la politica di genere sia una sorta di ghettizzazione della donna. Un pò come le quote rosa o qualsiasi altra iniziativa simile, che finisce in realtà per esprimere il solito potere egemone di politici maschi. Curioso che dia la notizia una donna, che da assessore ha espresso più volte la necessità di aprire dibattiti seri sull'argomento e in certi casi le è pure riuscito. Ancora più curioso che una parte dell'opposizione si sia prestata al gioco, più che altro di natura elettorale, accondiscendendo alla costituzione, anzichè protestare per il solito gioco di prestigio di distrazione popolare. Il mio partito, ProgReS, un partito indipendentista, opera in modo diverso. Suddivide le cariche in maniera equa. Nel direttivo cagliaritano di cui faccio parte, ad esempio, la responsabilità politica è divisa a metà tra un uomo e una donna, garantendo visione e prospettiva di sensibilità diversa. Quella maschile e quella femminile. Un modo concreto per esercitare le pari opportunità. Con queste poche righe esprimo ancora una volta la mia disapprovazione e il mio rammarico per essere amministrato con il solito pressapochismo e la solita approssimazione. La commissione è stata però costituita. Dentro la commissione ci sono delle persone che garantiranno serietà ed onestà, in primis la presidente. A loro va comunque il mio augurio di buon lavoro e la mia stima, questo scritto rappresenta unicamente una critica di natura politica. Vi osserverò con attenzione, buon lavoro.

mercoledì 22 ottobre 2014

La mascherata di Halloween anche a Sestu.

Petizione popolare proposta dai Riformatori Sardi a Sestu.

Più di una volta da cittadino, da politico, da inviato locale mi sono interessato del "problema rifiuti". Si. In Sardegna i rifiuti sono un problema e lo sono da molto. Quello che in altri posti del mondo e in Italia è diventato una risorsa da noi è un problema. Oggi mi preme dire qualcosa sulla petizione dei Riformatori, primo partito a Sestu per voti da anni, relegato all'opposizione da due legislature. Questo documento come altri atteggiamenti spiega questa loro condizione. Un partito primo per voti e che si annoverà tra i riformisti addirittura in campo europeo, non può presentare una petizione talmente insufficiente come proposta. E' inammissibile per chi come me e come il mio partito ProgReS, pone le migliori idee in campo come base per amministrare. L'assessore Manunza, con delega all'ambiente a Sestu, non può poi essere inserita tra le persone che non hanno a cuore la tutela dell'ambiente e tra gli assessori che non hanno tentato, lei tra l'altro in soli due anni e poco più, di portare una ventata di aria fresca in municipio. Ma analizziamo la petizione proposta. Si chiede di firmare per modificare le assurde norme sulla raccolta differenziata, che in realtà è migliorata negli anni, quindi le norme probabilmente non sono poi così assurde. Ma in particolare ci si riferisce alla misura adottata per la gestione della carta, che deve essere interamente conferita all'interno del secchio in dotazione, significa che i grossi volumi devono essere spezzettati e inseriti all'interno. Si evince che in realtà l'unica norma da abolire o modificare è questa. Mi trovo d'accordo, anche se non ho avuto difficoltà a seguirla, visto che l'ecocentro è posizionato all'imboccatura del paese quindi facilmente raggiungibile, ritengo comunque una misura di questo tipo, peggiorativa per il servizio fornito. Va bene. L'assurdo è che i Riformatori, presenti da anni in consiglio regionale, ritengano insufficiente il servizio di raccolta sestese (tra i migliori in Sardegna, nonostante il livello generale sia pressochè basso ed in pochi, compresa Cagliari, non adottano il porta a porta link Sestu comne virtuoso). Per di più questa misura viene collegata al fenomeno di abbandono dei rifiuti in campagna e la serie di proposte fatte per evitarlo è fantosioso e farlocco, una classica azione di distrazione di massa in una fase di avanzata campagna elettorale, in una fase di mascherata ormai tornata attuale anche per la Sardegna. La mascherata di Halloween appunto. Non posso accettare che un partito del 20 e più per cento effettui un'analisi estremamente superficiale di un problema che in realtà avrebbe bisogno di metodi strutturali per essere gestito, partendo appunto dalla Regione. La busta del secco non può e non deve essere ingrandita in un'ottica di auspicata riduzione dei rifiuti, politica applicata ormai in tutto il mondo. E' poi inverosimile collegare le discariche abusive alle dimensioni delle buste del secco, del ritiro dell'olio usato, piuttosto che del bidone rotto o del numero degli abitanti del nucleo familiare per diversi motivi: nel 2006 durante la campagna soriana (farlocca) Sardegna fatti bella, il comune di Sestu spese circa 160 mila euro per ripulire le campagne. I cittadini sestesi all'epoca, non avevano buste giganti, di più, potevano riempire tutte le buste che volevano, di più, non c'erano i controlli stringenti che oggi vengono effettuati sul conferimento, l'altro motivo ricade sulla impossibilità di stabilire chi è che sporca le compagne invase più che altro da risulta di lavorazione edile, rifiuti agricoli, pneumatici e ingombranti. Tra l'altro la via più semplice per i sestesi e neanche tanto sbagliata se si ragiona in termini di Area Vasta, è quella di conferire nei cassonetti cagliaritani e nei depositi delle aziende in cui lavorano. I cassonetti appunto. Personalmente ho intervistato i residenti del quartiere Cortexandra, che da anni aspettano le isole ecologiche e che ancora conferivano nei cassonetti fino al 15 ottobre, data in cui finalmente sono stati rimossi(via i cassonetti da Cortexandra). Denunciavano un continuo via vai di veicoli che dalla 131 arrivava per riempire di rifiuti la zona che risultava puntualmente in emergenza. Quanti di questi veicoli era guidato da sestesi? La mia posizione politica, ormai indipendentista, non è sicuramente vicina alle posizioni di questa amministrazione, ma sicuramente in molti punti è molto vicina alle posizioni dell'assessore Manunza, con cui in più di un'occasione ho potuto confrontarmi. Le carenze e le imperfezioni nel servizio non possono di certo essere migliorate con quel papello insufficiente e carente, che oltrettutto sarebbe preso in carico verosimilmente dalla prossima amministrazione e può al massimo essere considerato come una proposta programmatica da campagna elettorale, scritta in fretta e furia in maniera completamente sbagliata. Non si fa cenno alla riduzione e al riuso ma anzi si chiedono buste più grandi. Non si fa cenno a campagne di comunicazione completamente inesistenti da parte della giunta Pili, per dare il giusto indirizzo politico e i giusti consigli per ridurre la frazione secca. Non si fa cenno all'incentivazione al consumo di prodotti sfusi, all'istituzione, come avviene altrove, di punti di distribuzione di acqua sfusa, di latte sfuso e altri generi alimentari. Oggi anche il pane viene comprato dentro la plastica. Non si fa cenno ai danni ambientali dovuti all'incenerimento del secco indifferenziato. Non si affronta il problema delle abitudini. Si chiede il cambiamento con il consolidamento di comportamenti sbagliati e anti-economici. La vera lotta della petizione doveva essere ai rifiuti che noi non differenziamo. Questo papello è un danno per la nostra comunità e i Riformatori non so se si prenderanno la responsabilità di ritirarlo. Al contrario sono molto contento che la nostra proposta sia stata accolta. Entro l'anno verrà istituita una postazione fissa all'ecocentro per scambiare gli elettrodomestici che decidiamo di cambiare ma che ancora funzionano, ottima soluzione, anche per cambiare l'ottica sull'individuazione del rifiuto. Un prodotto frutto di lavorazione e di consumo di risorse come un elettrodomestico non può e non deve essere considerato rifiuto, i rifiuti, cioè quello che noi non possiamo riusare non deve essere neanche prodotto, ma la regione Sardegna questo discorso chissà quando deciderà di farlo con gli industriali. Avrei preferito vedere pubblicate le proposte di miglioria del servizio da parte delle opposizioni che di fatto niente hanno prodotto. Ma una petizione di cosi basso valore di analisi e di proposta non l'accetto e non si addice ad un partito che da 10 anni dice di voler fare e di poter fare meglio di tutti.

lunedì 16 giugno 2014

STORIE IN PILLOLE.

Foto 1. Proposta di integrazione ai lavori dell'ecocentro comunale.

Foto 2. La comunicazione contenuta nel calendario della raccolta
differenziata 2014, in merito al "Centro per il Recupero e il Riuso.
Una buona notizia.
In data 15 gennaio 2013, nell'ambito dell'attività politica che svolgo come cittadino ed attivista di ProgReS Progetu Repùblica (partito indipendentista), ho inoltrato, con la collaborazione dell'amico Gianluca Argiolas, una "Proposta di integrazione in merito ai lavori di ampliamento dell'ecocentro comunale" secondo la deliberazione della Giunta Municipale n.185 del 15/11/11-lavori per la  costruzione dell'ecocentro comunale II lotto. L'anno scorso durante un incontro pubblico tenuto proprio dalla Giunta al completo compreso il sindaco, ho avuto anche modo di parlare direttamente con l'assessore Manunza, titolare della specifica delega all'Ambiente, cui fa capo anche la gestione dei rifiuti, che espresse grande approvazione in merito alla proposta. Con la suddetta integrazione si chiedeva, nell'ambito dei lavori per il II lotto, di "prevedere un'area per un baratto o semplice ritiro gratuito di beni e materiali ingombranti ancora funzionanti o recuperabili”. La proposta aggiungeva la possibilità, in capo al comune, di realizzare uno spazio pubblicitario sul sito istituzionale, in cui promuovere l'evento e inserire la lista dei beni disponibili in un dato momento. Sestu è un paese in cui l'abbandono dei rifiuti nelle campagne (ma non solo) è un fenomeno altamente diffuso. Questa iniziativa lavorava in un'ottica di riduzione del volume dei rifiuti, di risparmio per i cittadini, ma anche dritta al fenomeno di abbandono, prevedendo magari un piccolo incentivo sul conferimento di beni ancora funzionanti. La nostra amministrazione è arrivata a spendere negli anni passati anche 160 mila euro su base annuale per ripulire le discariche abusive, pensare di dedicare ogni tanto poche risorse a incentivare operazioni virtuose, riteniamo, come cittadini ma anche come partito sia un'ottima idea. La bella notizia è che con la firma del nuovo contratto per la gestione dei RSU, stipulato lo scorso settembre con la società Formula Ambiente, che manterrà la gestione per sette anni, fra le diverse iniziative previste è stata adottata anche la nostra proposta. Nel calendario 2014 per la differenziata c'è scritto che "Entro l'anno sarà attivato a Sestu un "Centro per il Recupero e il Riuso. Piccoli e grandi elettrodomestici vecchi, difettosi o guasti potranno essere controllati ed eventualmente riparati per essere tolti dal ciclo dei rifiuti". Questo è un ottimo esempio di collaborazione fra cittadini, che operano fuori dalle istituzioni e amministratori. Adesso il nostro auspicio è che quello che è stato scritto e comunicato ai cittadini venga realizzato entro la fine di quest' anno. Staremo a vedere.
Foto 3. Una confezione di verdura consegnata nelle scuole.
Una brutta notizia.
Esiste un progetto scolastico istituito dal Ministero delle Politiche Agricole, che si chiama “Frutta nelle scuole” a cui partecipano anche le scuole di Sestu (Anna Frank e Rodari). Fra gli obiettivi del progetto il più importante è quello di incentivare il consumo di frutta da parte dei ragazzi. Un amico mi ha spiegato che la frutta viene consegnata in fette già tagliate riposte in confezioni di polistirolo chiuse col cellophane e distribuita alle scuole da cooperative che vincono appalti su base nazionale, niente di sardo ovviamente. Questo amico mi racconta che un giorno suo figlio ha portato la confezione a casa e  ha potuto rendersi conto che i pezzi di frutta erano in avanzato stato di decomposizione. Fortunatamente c'era lui! Perchè il bambino ingenuamente la stava per mangiare. Questo è molto grave, anche se fosse un episodio isolato. Le mie riserve sul progetto sono diverse. In alcuni casi le scuole di Sestu già forniscono la frutta ai bambini tramite il servizio mensa. Bisognerebbe insegnare e incentivare il consumo di frutta e verdura locale, possibilmente coltivata con sistemi a basso impatto ambientale (ad esempio il biologico) e possibilmente la frutta dovrebbe essere consegnata come colta dagli alberi e non tagliata e confezionata in imballaggi che non ne garantiscono la freschezza  e aumentano il volume di rifiuto indifferenziato, smaltito con metodi altamente inquinanti e dispendiosi per i comuni. Il progetto “Frutta nelle scuole” è in realtà un mega progetto da oltre 15 milioni di euro di investimento pubblico. Corrisponde a 3,4 milioni di pasti (frutta e verdura) da circa 5 euro l'uno e nel nel 2013 ha coinvolto 870 mila bambini in 5000 scuole. Con questi soldi si potrebbe già dare da mangiare pasti completi ai bambini, sani e gratuiti (per mio figlio spendo 2,5 euro per un pranzo). Per questo malloppo sono finite in carcere 11 persone fra dirigenti del ministero e  dipendenti di aziende private, perchè truccavano le gare d'appalto facendole vincere a società “amiche”. L'adesione al progetto è in capo al dirigente scolastico e capita spesso che le amministrazioni comunali non ne sappiano niente. Per quanto mi riguarda, alla luce di quanto  ho scritto, ritengo il progetto “Frutta nelle scuole” un progetto inutile perchè gestito in maniera completamente avulsa dai contesti locali e naturali. Un frutto tagliato a Bari, riempito di acido citrico, imbustato e spedito a 1000 km di distanza non rappresenta ne un giusto insegnamento per i bambini, ne una politica di sobrietà in un momento di crisi per i cittadini, ma bensì il solito sperpero di denaro pubblico che si contorna di storie di ordinaria corruzione. In questi mesi si può rinnovare l'adesione al progetto per il 2014-2015. I dirigenti valutino di non aderire, se si trovano in difficoltà interessino l'amministrazione, fra i consiglieri comunali abbiamo alcuni agricoltori che potrebbero dare dei buoni consigli per iniziative più sane e sostenibili.
Fabio Usala


Link utili
http://www.fruttanellescuole.gov.it/
Frutta nelle scuole: un progetto fallimentare.
Frutta nelle scuole: c'è qualcosa che non va.


giovedì 22 maggio 2014

CTM A SESTU: CHE SIA LA VOLTA BUONA.


(Articolo tratto dal mensile di informazione sestese L'Occhio del Cittadino)
Dalle pagine di questo giornale ho provato a raccontarvi, nei mesi scorsi, quanto si stava tentando di fare, attraverso la costituzione di un comitato ad hoc (Comitato CTM a Sestu), sul fronte del diritto alla mobilità di noi sestesi. Riassumo in breve. Nel marzo del 2013 io e Gianluca Argiolas abbiamo costituito il Comitato. In un mese, per coinvolgere i cittadini in una petizione popolare da indirizzare al comune di Sestu, abbiamo raccolto più di mille firme. Il 6 giugno 2013, a seguito di diversi incontri, con l’amministrazione comunale di Sestu, quella di Elmas, quella di Monserrato, la regione Sardegna, l’ARST ed il CTM, abbiamo organizzato un convegno nell’aula consiliare del municipio di Sestu, a cui hanno partecipato circa 50 persone. Gli unici, fra i tanti incontrati, che hanno deciso di non partecipare sono stati l’ARST e Michele Cossa, sestese, rappresentante della regione, al tempo ancora vice presidente del consiglio. I lavori vanno avanti. Il convegno fa filtrare un raggio di luce nelle tenebre della confusione emersa in questi anni sulla vicenda CTM. Serve il riconoscimento della linea urbana. Il CTM ha già un grande progetto pronto per Sestu con dei bus fiammanti già in moto. La tratta detta “La Direttissima” costerebbe 280 mila euro di bus km (il contributo a carico della regione) e garantirebbe 120 mila km di percorrenza annui ai cittadini, con frequenze negli orari di punta anche sotto i 15 minuti (garantiti dopo il normale periodo di rodaggio). Il problema è risolvibile attraverso l’intervento della regione, che dovrebbe mettere i quattrini, riconoscendo la possibilità di percorrenza al CTM. In molti, compreso il sindaco Pili, non erano al corrente di questo, oppure facevano finta di non sapere. Il primo cittadino sestese presente come ospite ad un convegno sulla mobilità organizzato dai Riformatori, incalzato da una domanda proprio sul CTM, rispose che l'ostacolo all'ingresso di Sestu nel Consorzio (in realtà oggi Spa), sarebbe un ostacolo finanziario, relativamente alla consistenza del capitale sociale e allo statuto dell’azienda di viale Trieste (in seguito alla comparsata al convegno del 6 giugno organizzato dal Comitato, cambierà idea e dirà che dipende dalle amicizie importanti in regione). In realtà sia Pili che Cossa, evidentemente d’accordo, non vogliono che il CTM passi a Sestu. Questo è emerso molto chiaro. Niente paura. In attesa della costituzione della linea della metropolitana (si parla nuovamente del  progetto sul troncone per Sestu) e della tanto agognata azienda unica regionale, ci pensa l’odiato sindaco di Cagliari: Massimo Zedda. In un articolo del 13 novembre 2013 apparso su Casteddu On Line (testata giornalistica che lavora su Internet), il primo cittadino cagliaritano durante il consiglio comunale che discuteva dell’andamento delle società partecipate, tra cui appunto il CTM, si sofferma sul fatto che “Ci sone delle richieste dei comuni di Sestu e di Capoterra che CTM potrebbe soddisfare, in attesa che la regione metta mano al piano trasporti dell’area vasta e finanzi le tratte”. Ne più ne meno di quanto richiesto dal nostro comitato. L’intervento del direttore generale Ezio Castagna col sindaco di Cagliari (promesso durante il convegno tenutosi a Sestu in cui il dg di CTM si è soffermato sulla immobilità della regione nei confronti del nostro paese), è confermato da fonti non ufficiali. Un altro mattone che potrebbe finalmente completare la casa del diritto alla mobilità dei sestesi, è rappresentato dall’elezione in consiglio regionale di Valter Piscedda. Il sindaco di Elmas, grande protagonista della vicenda, così come rappresentato dai precedenti articoli de L’Occhio, ci ha tenuto a farci sapere che gli accordi raggiunti dal nostro comitato col suo comune, anche per favorire i collegamenti intercomunali, per fare fronte unico sulla questione “CTM a Sestu”, saranno mantenuti e rafforzati grazie alla sua presenza in regione. Appena proclamati gli eletti, porterà il problema all’attenzione dell’assessore. Questo è un altro grande risultato del nostro comitato, che fuori dalle istituzioni si impegna più, di chi lavora da anni seduto su comode poltrone. E’ infatti un comportamento maldestro (per usare un eufemismo) quello tenuto dal nostro sindaco. Non si è informato adeguatamente sulle dinamiche tecniche. In data 26 giugno 2013, poi, gli è stata servita un’occasione su un piatto d’argento. Il comitato gli ha semplicemente chiesto di inoltrare una richiesta di incontro congiunto Sestu/Elmas in regione. Nessuna risposta in merito, nonostante il sindaco di Elmas, con la sua nota del 3 luglio si fosse addirittura reso disponibile ad inoltrare lui stesso in regione la richiesta. Senza contare l’atteggiamento dell’onorevole Cossa, atteggiamento molto vicino al completo disinteresse per la questione, come se bastasse la fermata del tram al Policlinico per un paese di 20 mila abitanti. Spostare le competenze da un’azienda che offre un servizio extra urbano (Arst) ad una che offre uno dei migliori servizi urbani in Italia, se non doveroso era quantomeno meritevole di discussione. Peccato. In attesa che la nuova legislatura abbia finalmente inizio, attendiamo gli sviluppi della vicenda con un pizzico in più di speranza e fiducia. Mi soffermo solo un attimo sulle passate consultazioni elettorali. Il dato più importante che è emerso  è sicuramente quello sull’astensionismo. Un sardo su due ha avuto di meglio da fare il 16   febbraio scorso. La fiducia nella classe politica ha probabilmente raggiunto il livello più basso della storia repubblicana, neanche il dopo Tangentopoli consegna una rassegnazione così spiazzante a chi come me è impegnato in politica e la presenza del Movimento 5 Stelle non credo avrebbe sollevato di molto l’affluenza. Un altro dato caratteristico delle campagne elettorali è la confusione sulle proposte programmatiche. Ognuno dice la sua a tutto campo, ma in realtà non c’è mai spazio nel dibattito per provare effettivamente chi ha ragione e chi dice balle. Un sardo oggi è spinto con ogni probabilità a pensare che la zona franca integrale, il miraggio di vivere senza pagare tasse o pagarne molto poche, sia una soluzione alla grave crisi che piega in due la nostra isola. Ma lo stesso sardo che crede nella zona franca, con ogni probabilità non sa come si applica, non sa chi la dovrebbe applicare, non sa quando si deve applicare. In pratica non sa cosa sia! Un fantasma che si è aggirato nelle nostre fantasie per un anno e adesso è svanito nel nulla. E’ bastato un giorno dentro le cabine elettorali per far volatilizzare la chiave del paradiso. Questo è solo un esempio, il più plateale. E ‘ evidente che in molti casi, i grandi slogan solo sono dei bluff, degli specchietti per le allodole. E’ evidente che in un sistema in ginocchio per mancanza di liquidità, l’ipotesi di togliere ulteriore liquidità pensando di favorire  investimenti futuri o rilancio dei consumi è un’ipotesi bislacca. I soldi servono. Magari anziché darli alle banche, dichiarando di essere dei liberali ma poi comportandosi da socialisti, bisognerebbe darli al popolo. Il popolo col portafogli pieno è una garanzia cento volte maggiore di impennata dei consumi, rispetto al miraggio della zona franca. L'astensionismo indica che gli unici ad avere le idee perfettamente chiare sono i cittadini. Il messaggio è chiaro. Basta con le deleghe in bianco. Ma in tanto la campagna elettorale continua, fra un anno si cambia anche a Sestu.