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lunedì 19 novembre 2012

QUANDO FARE IMPRESA DIVENTA "UN'IMPRESA".

Il 12 settembre apre il cantiere per la sistemazione di via Giulio Cesare. Il costo dell'appalto, vecchio ormai di tre anni è di ottocento mila euro. L'impresa esecutrice si è comunque resa disponibile a realizzare i lavori senza variare le condizioni e la spesa per l'amministrazione sestese. Dal sito del comune si può capire che tipo di intervento l'amministrazione stia portando avanti. La parte riguardante l'espianto degli alberi più grandi ed il loro spostamento in altre zone del paese è stata, però, subito disattesa in quanto un albero è stato già abbattuto, nonostante esistano evoluti sistemi (tipo il metodo tedesco OPITZ) che permettono di espiantare anche alberi di notevoli dimensioni (si arriva a zolle di dieci metri per dieci), dipende dal valore che si da ai beni del paese, in questo caso beni naturalistici e cioè gli alberi. La chiusura della strada ha aperto un lungo, acceso ed estenuante  dibattito fra maggioranza ed opposizione. Inoltre, ha fatto nascere un forte scontro fra le attività che si raggiungevano proprio passando da via Giulio Cesare e l'amministrazione, poichè pare che le vendite abbiano avuto un calo clomoroso. Uno dei due bar presenti in quel quartiere ha mandato a casa la banconiera e l'HarDis che ha sede in via Lussu, segnala addirittura un calo quantificabile in 500 scontrini in meno a settimana che potrebbe causare una riduzione del personale. Ma sono tutti i lavoratori autonomi di quel quartiere, dal macellaio al bombolaio, dal fruttivendolo alla parrucchiera a lamentarsi dei problemi che l'apertura del cantiere ha generato. Il comune non ha infatti segnalato dei percorsi alternativi con appositi cartelli, come capita di solito, per aggirare i lavori ed i cittadini pare abbiano avuto evidenti difficoltà a trovare da soli delle strade di "riserva". Io stesso ho visto coi miei occhi sul ponte di via Parrocchia, macchine improvvisando delle inversioni a "U" per tornare indietro non capendo quale direzione imboccare per raggiungere magari il macellaio di via Laconi o la parrucchiera di via Lussu o semplicemente il panificio che insiste proprio sulla via Giulio Cesare, aperto ormai solo il fine settimana. Un rivenditore di mobili, caso più unico che raro, ha aperto i battenti in via Giulio Cesare, giusto quattro giorni dopo l'inizio dei lavori. Il titolare paga mille euro di affitto e pensò di scegliere quella via proprio per il grande traffico che raccoglieva, ma ora rischia di non riuscire ad arrivare ad aprile, mese in cui i lavori dovrebbero concludersi. I titolari delle attività vista la cecità dei nostri amministratori in un periodo in cui è facile uscire dal mercato, si sono dunque riuniti ed hanno deciso di andare in municipio a manifestare il loro disappunto. Tutti gli operatori segnalano la poca disponibilità dell'assessore alle attività produttive (Fedela Meloni) a confrontarsi con loro, addirittura, attribuirebbe le responsabilità del calo delle vendite alla loro professionalità, alla qualità delle loro merci ed alla crisi in atto (affermazioni che in effetti lei stessa mi conferma) e che contrappone la sua grande esperienza nel commercio (tre anni), nonostante oggi pare sia disoccupata e non un'imprenditrice affermata, alla protesta dei commercianti, consigliando, come anche lei aveva fatto, di attivarsi per superare i problemi, facendo le fotocopie della cartine ed appendendole loro stessi in giro per il paese per aiutare i loro potenziali clienti. Secondo i commercianti l'assessore avrebbe anche dichiarato "Pesce grande mangia pesce piccolo", forse riferendosi alla particolare attenzione che l'amministrazione riserva in ogni occasione a strutture tipo la Corte del Sole, mentre invece si dimentica regolarmente di artigiani e professionisti, come anche nel caso di via Cagliari, da poco riaperta, non certo senza problemi per le attività e con qualche spesa in più (circa 50 mila euro secondo l'assessore ai lavori pubblici Piras). Davide, macellaio di via Laconi, ci dice disarmato "Non abbiamo mai chiesto niente, per una volta che ci lamentiamo di un problema, sembra che dia fastidio". La voce, secondo cui, l'assessore avrebbe addirittura accusato qualcuno di non battere scontrini per accusare l'amministrazione è invece smentita con forza gridando alla calunnia. Aggiungo che io stesso quando mi sono avvicinato in municipio per parlare con l'assessore Piras, ho avuto modo di incontrare anche la Meloni, che mi ha investito con un turpiloquio per spiegarmi le sue ragioni di dissenso nei confronti dei commercianti, che a suo dire l'avrebbero aggredita. Così facendo ha solo confermato in me l'opinione della sua inadeguatezza per quell'incarico, ottenuto solo per accordi tra partiti e non per meriti particolari. In seguito alla accesa protesta, anche per vie istituzionali, il comune ha ottenuto che l'impresa a sue spese posizionasse una decina di cartelli di percorso alternativo per le vie Lussu, Laconi, Repubblica, Cocco Ortu, ecc. E' stata organizzata anche una raccolta di firme (quasi 700) con cui si chiede appunto di "studiare un piano provvisorio del traffico al fine di garantire l'incolumità dei cittadini e delle poche imprese che ancora sopravvivono in quel quartiere", indirizzata al sindaco, all'assessore al commercio e all'assessore alla viabilità. Fra le proposte c'era quella di utilizzare una strada di campagna nei pressi di via Ottaviano Augusto per aggirare il cantiere. Oppure quella di aprire almeno una corsia di via Giulio Cesare al traffico, magari nei giorni in cui gli operai non lavorano, come il fine settimana. Quest'ultima possibilità è stata categoricamente rifiutata per questioni inerenti sicurezza e costi. Anche il capo cantiere, il geometra Pellegrini, mi conferma le tesi dell'amministrazione. Ecco dopo tutta questa baraonda, in cui le attività produttive, che raramente si mobilitano, lascia l'amaro in bocca sentir parlare di strumentalizzazione da parte dei partiti di opposizione, che si sono fatti portavoce dei commercianti per recapitare le firme al sindaco e presentare una mozione (bocciata non senza polemiche) in consiglio comunale, chiedendo appunto delle soluzioni tampone per ridurre al minimo il disagio delle attività. Stupisce inoltre come l'assessore di competenza non abbia deciso di visitare quella zona del paese e stabilire di persona la situazione. Se insomma si trattava di una polemica strumentale o di un problema vero e proprio. Sbalordisce l'incapacità della giunta a stendere normali procedure di comunicazione, cristallizzandosi nel "One man show" alla Berlusconi e cioè quello che dico e che faccio è legge e non si può neanche discutere e non magari raccogliendo l'invito del consigliere Fabio Pisu, ma invece sminuendo il suo contributo, di organizzare assemblee pubbliche preventive in caso di cantieri per opere pubbliche importanti, per incontrare operatori e cittadini. Colpisce l'arroganza nella conduzione dei consigli comunali e il totale disinteresse dei consiglieri di maggioranza al dibattito (anche se lungo più del dovuto), a parte qualcuno, che dopo aver passato tutto il tempo a zonzo durante la discussione, al momento del voto corre a sedersi come un soldato all'adunata del mattino. Mortificante per i cittadini. Mortificante anche dopo che tutti si riempiono la bocca con frasi del tipo "Questo viene fatto per la comunità". Se chiudere le strade, rappresenta ogni volta, una drastica riduzione dei guadagni di qualcuno, invito chiunque a toccarsi in ogni parte del corpo, quando un amministratore proferisce quelle parole. Forse è per questo che si tira per le lunghe la trasmissione dei consigli comunali sul web? Come mai L'Occhio del cittadino di Mario Sannino è ormai due anni che aspetta una risposta alla possibilità di riprenderli e trasmetterli? Cino Perra ingenuamente dice quattro parole che sono un'autentica verità "La politica é morta". Poi rincara la dose chiedendo di "Non sminuire il lavoro dell'opposizione", anche perchè "la giunta PIli governa grazie ai voti che lui stesso ha dirottato al centro-sinistra al ballottaggio, quindi grazie anche ai voti del centro-destra". Mentre l'assessore Cardia filosofeggia parlando del grande Pci degli anni 70-80 e dal quale lui stesso è lontano anni luce. Cari amministratori, chiudo con un appello, completate le opere pubbliche, ma non dimenticatevi della popolazione chiudendovi nel palazzo.

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