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giovedì 22 maggio 2014

CTM A SESTU: CHE SIA LA VOLTA BUONA.


(Articolo tratto dal mensile di informazione sestese L'Occhio del Cittadino)
Dalle pagine di questo giornale ho provato a raccontarvi, nei mesi scorsi, quanto si stava tentando di fare, attraverso la costituzione di un comitato ad hoc (Comitato CTM a Sestu), sul fronte del diritto alla mobilità di noi sestesi. Riassumo in breve. Nel marzo del 2013 io e Gianluca Argiolas abbiamo costituito il Comitato. In un mese, per coinvolgere i cittadini in una petizione popolare da indirizzare al comune di Sestu, abbiamo raccolto più di mille firme. Il 6 giugno 2013, a seguito di diversi incontri, con l’amministrazione comunale di Sestu, quella di Elmas, quella di Monserrato, la regione Sardegna, l’ARST ed il CTM, abbiamo organizzato un convegno nell’aula consiliare del municipio di Sestu, a cui hanno partecipato circa 50 persone. Gli unici, fra i tanti incontrati, che hanno deciso di non partecipare sono stati l’ARST e Michele Cossa, sestese, rappresentante della regione, al tempo ancora vice presidente del consiglio. I lavori vanno avanti. Il convegno fa filtrare un raggio di luce nelle tenebre della confusione emersa in questi anni sulla vicenda CTM. Serve il riconoscimento della linea urbana. Il CTM ha già un grande progetto pronto per Sestu con dei bus fiammanti già in moto. La tratta detta “La Direttissima” costerebbe 280 mila euro di bus km (il contributo a carico della regione) e garantirebbe 120 mila km di percorrenza annui ai cittadini, con frequenze negli orari di punta anche sotto i 15 minuti (garantiti dopo il normale periodo di rodaggio). Il problema è risolvibile attraverso l’intervento della regione, che dovrebbe mettere i quattrini, riconoscendo la possibilità di percorrenza al CTM. In molti, compreso il sindaco Pili, non erano al corrente di questo, oppure facevano finta di non sapere. Il primo cittadino sestese presente come ospite ad un convegno sulla mobilità organizzato dai Riformatori, incalzato da una domanda proprio sul CTM, rispose che l'ostacolo all'ingresso di Sestu nel Consorzio (in realtà oggi Spa), sarebbe un ostacolo finanziario, relativamente alla consistenza del capitale sociale e allo statuto dell’azienda di viale Trieste (in seguito alla comparsata al convegno del 6 giugno organizzato dal Comitato, cambierà idea e dirà che dipende dalle amicizie importanti in regione). In realtà sia Pili che Cossa, evidentemente d’accordo, non vogliono che il CTM passi a Sestu. Questo è emerso molto chiaro. Niente paura. In attesa della costituzione della linea della metropolitana (si parla nuovamente del  progetto sul troncone per Sestu) e della tanto agognata azienda unica regionale, ci pensa l’odiato sindaco di Cagliari: Massimo Zedda. In un articolo del 13 novembre 2013 apparso su Casteddu On Line (testata giornalistica che lavora su Internet), il primo cittadino cagliaritano durante il consiglio comunale che discuteva dell’andamento delle società partecipate, tra cui appunto il CTM, si sofferma sul fatto che “Ci sone delle richieste dei comuni di Sestu e di Capoterra che CTM potrebbe soddisfare, in attesa che la regione metta mano al piano trasporti dell’area vasta e finanzi le tratte”. Ne più ne meno di quanto richiesto dal nostro comitato. L’intervento del direttore generale Ezio Castagna col sindaco di Cagliari (promesso durante il convegno tenutosi a Sestu in cui il dg di CTM si è soffermato sulla immobilità della regione nei confronti del nostro paese), è confermato da fonti non ufficiali. Un altro mattone che potrebbe finalmente completare la casa del diritto alla mobilità dei sestesi, è rappresentato dall’elezione in consiglio regionale di Valter Piscedda. Il sindaco di Elmas, grande protagonista della vicenda, così come rappresentato dai precedenti articoli de L’Occhio, ci ha tenuto a farci sapere che gli accordi raggiunti dal nostro comitato col suo comune, anche per favorire i collegamenti intercomunali, per fare fronte unico sulla questione “CTM a Sestu”, saranno mantenuti e rafforzati grazie alla sua presenza in regione. Appena proclamati gli eletti, porterà il problema all’attenzione dell’assessore. Questo è un altro grande risultato del nostro comitato, che fuori dalle istituzioni si impegna più, di chi lavora da anni seduto su comode poltrone. E’ infatti un comportamento maldestro (per usare un eufemismo) quello tenuto dal nostro sindaco. Non si è informato adeguatamente sulle dinamiche tecniche. In data 26 giugno 2013, poi, gli è stata servita un’occasione su un piatto d’argento. Il comitato gli ha semplicemente chiesto di inoltrare una richiesta di incontro congiunto Sestu/Elmas in regione. Nessuna risposta in merito, nonostante il sindaco di Elmas, con la sua nota del 3 luglio si fosse addirittura reso disponibile ad inoltrare lui stesso in regione la richiesta. Senza contare l’atteggiamento dell’onorevole Cossa, atteggiamento molto vicino al completo disinteresse per la questione, come se bastasse la fermata del tram al Policlinico per un paese di 20 mila abitanti. Spostare le competenze da un’azienda che offre un servizio extra urbano (Arst) ad una che offre uno dei migliori servizi urbani in Italia, se non doveroso era quantomeno meritevole di discussione. Peccato. In attesa che la nuova legislatura abbia finalmente inizio, attendiamo gli sviluppi della vicenda con un pizzico in più di speranza e fiducia. Mi soffermo solo un attimo sulle passate consultazioni elettorali. Il dato più importante che è emerso  è sicuramente quello sull’astensionismo. Un sardo su due ha avuto di meglio da fare il 16   febbraio scorso. La fiducia nella classe politica ha probabilmente raggiunto il livello più basso della storia repubblicana, neanche il dopo Tangentopoli consegna una rassegnazione così spiazzante a chi come me è impegnato in politica e la presenza del Movimento 5 Stelle non credo avrebbe sollevato di molto l’affluenza. Un altro dato caratteristico delle campagne elettorali è la confusione sulle proposte programmatiche. Ognuno dice la sua a tutto campo, ma in realtà non c’è mai spazio nel dibattito per provare effettivamente chi ha ragione e chi dice balle. Un sardo oggi è spinto con ogni probabilità a pensare che la zona franca integrale, il miraggio di vivere senza pagare tasse o pagarne molto poche, sia una soluzione alla grave crisi che piega in due la nostra isola. Ma lo stesso sardo che crede nella zona franca, con ogni probabilità non sa come si applica, non sa chi la dovrebbe applicare, non sa quando si deve applicare. In pratica non sa cosa sia! Un fantasma che si è aggirato nelle nostre fantasie per un anno e adesso è svanito nel nulla. E’ bastato un giorno dentro le cabine elettorali per far volatilizzare la chiave del paradiso. Questo è solo un esempio, il più plateale. E ‘ evidente che in molti casi, i grandi slogan solo sono dei bluff, degli specchietti per le allodole. E’ evidente che in un sistema in ginocchio per mancanza di liquidità, l’ipotesi di togliere ulteriore liquidità pensando di favorire  investimenti futuri o rilancio dei consumi è un’ipotesi bislacca. I soldi servono. Magari anziché darli alle banche, dichiarando di essere dei liberali ma poi comportandosi da socialisti, bisognerebbe darli al popolo. Il popolo col portafogli pieno è una garanzia cento volte maggiore di impennata dei consumi, rispetto al miraggio della zona franca. L'astensionismo indica che gli unici ad avere le idee perfettamente chiare sono i cittadini. Il messaggio è chiaro. Basta con le deleghe in bianco. Ma in tanto la campagna elettorale continua, fra un anno si cambia anche a Sestu.